Introduzione
Il prediabete è una condizione caratterizzata da iperglicemia non diagnostica per diabete, definita come disglicemia, associata ad un rischio > 70% di sviluppare diabete mellito di tipo 2 e malattie cardiovascolari (1,2). Si tratta di uno stato che coinvolge un’alterazione progressiva e persistente del metabolismo del glucosio, che determina un aumento della produzione epatica di glucosio a digiuno (IFG), la riduzione dell’utilizzo del glucosio da parte del tessuto muscolare (IGT) e la resistenza all’azione anti-lipolitica dell’insulina negli adipociti, con un maggior rilascio di acidi grassi nel sangue da parte del tessuto adiposo (3). La risposta compensatoria delle b-cellule pancreatiche inizialmente riesce a bilanciare questa condizione, ma col tempo diventa inefficace, portando a un insufficiente rilascio di insulina. Si osservano, di conseguenza, alterazioni della glicemia postprandiale, ma con il peggiorare della funzione delle b-cellule, anche il livello della glicemia a digiuno aumenta, esacerbando i rischi di complicanze micro- e macro-vascolari come retinopatia, neuropatia, nefropatia, ictus e infarto (4).
La diagnosi di prediabete si basa su criteri specifici, tra cui glicemia a digiuno (IFG) tra 100 e 125 mg/dl, ridotta tolleranza al glucosio (IGT) definita come glicemia a due ore dal test di tolleranza al glucosio orale (OGTT) tra 140 e 199 mg/dl o valori di emoglobina glicata (HbA1c) tra 39 e 47 mmol/mol. Inoltre, l’American Diabetes Association (ADA) suggerisce di effettuare controlli di routine per disglicemia a tutti i soggetti con più di 35 anni, anche in assenza di altri fattori predisponenti, poiché l’età è un importante fattore di rischio ed una diagnosi precoce permette di avviare interventi preventivi, riducendo il rischio di complicanze a lungo termine (5).
I dati epidemiologici evidenziano che il prediabete è una condizione estremamente diffusa. Negli Stati Uniti, interessa circa il 38% degli adulti (6), mentre in Europa coinvolge oltre 61 milioni di individui (7). In Italia, si stima che 2,6 milioni di persone, pari al 4,3% della popolazione, convivano con questa condizione, mentre un ulteriore 1,6% potrebbe avere diabete non ancora diagnosticato (8).
Le strategie di gestione del prediabete si concentrano principalmente su modifiche dello stile di vita. Queste includono un’alimentazione bilanciata, basata su cibi ricchi di fibre e poveri di grassi saturi e zuccheri, insieme a una regolare attività fisica di almeno 30 minuti al giorno (9). In aggiunta, si può ricorrere a integratori nutraceutici, che rappresentano un’opzione complementare alle modifiche dello stile di vita. Un esempio promettente è rappresentato da composti a base di Ilex paraguariensis (10), Morus alba(11) e cromo picolinato (12) (Glicoset®), che agiscono positivamente grazie alle loro proprietà antiossidanti e regolatorie sul metabolismo dei lipidi. Uno degli aspetti più critici nella gestione del prediabete è la difficoltà di valutare l’efficacia delle terapie, poiché questa condizione è spesso asintomatica. È quindi importante adottare indicatori di prevenzione, come il miglioramento del profilo lipidico.
In questo contesto, l’obiettivo del presente studio clinico non controllato non randomizzato è stato valutare l’effetto del nutraceutico Glicoset® nel migliorare lo stato glicemico e il profilo lipidico nei soggetti con IFG (glicemia a digiuno compromessa) o IGT (ridotta tolleranza al glucosio), a uno, tre e sei mesi di supplementazione. Lo studio mira a esaminare i benefici derivanti dall’intervento nutraceutico sul profilo cardiometabolico di questi pazienti, con particolare attenzione agli effetti sulla regolazione della glicemia e dei lipidi.
Metodi
Al fine di valutare l’effetto di Glicoset® nel controllo della glicemia e del metabolismo dei lipidi sono stati arruolati 85 pazienti di ambo i sessi, con età ≥ 35 anni, con glicemia a digiuno alterata compresa tra 100 e 125 mg/dL, con IFG diagnosticata tramite prelievo per glicemia a digiuno o con rilevazione con stick glicemico.
Ai soggetti idonei, identificati sulla base del loro profilo clinico, è stato prescritto il prodotto nutraceutico Glicoset®. Obiettivo primario dello studio è stato valutare l’effetto sulla regolazione della glicemia, valutando il livello della glicemia a digiuno (mg/dL) e della HbA1c (%) al T1 (1 mese), T2 (3 mesi) e al T3 (6 mesi), e i livelli di uricemia (mg/dL) e PCR (mg/dL) al T2 (3 mesi). In aggiunta, è stato analizzato il miglioramento del profilo lipidico valutando il livello di colesterolo totale (mg/dL), C-LDL (mg/dL), e trigliceridi (mg/dL) fino a 3 mesi (T2).
L’analisi statistica dei risultati è stata condotta utilizzando un t-test a due code con il software GraphPad Prism 6.0e.
Risultati
In Tabella 1 sono descritte le caratteristiche demografiche e cliniche di base della popolazione. Gli individui arruolati nella valutazione presentano un’età media di 59,47±11,26 anni. La distribuzione di genere risulta equamente rappresentata, con il 48,2% degli individui di sesso maschile (41/85) e il 51,8% di sesso femminile (44/85). Il 29,4% dei partecipanti (25/85) ha dichiarato di essere fumatore, mentre il 70,6% (60/85) ha riportato di non fumare. Inoltre, è stata rilevata una significativa presenza di familiarità di primo grado per alcune patologie croniche. Nello specifico, la percentuale di partecipanti con una familiarità di primo grado per ipertensione arteriosa è rilevante, pari al 71,8% (61/85). In aggiunta, il 51,8% (44/85) ha riferito una familiarità per il diabete, mentre il 38,8% dei soggetti (33/85) ha dichiarato una familiarità di primo grado sindrome metabolica o iperuricemia (Tabella 1).
Nel corso della valutazione, sono stati osservati cambiamenti significativi in diversi parametri metabolici e infiammatori, mentre i valori antropometrici si sono mantenuti stabili. Il peso corporeo e l’indice di massa corporea (BMI) non hanno mostrato variazioni significative dopo 1 mese (T1), 3 mesi (T2) e 6 mesi (T3) dall’inizio della supplementazione con Glicoset® (Tabella 2). Tuttavia, la rilevazione della glicemia a digiuno ha evidenziato un calo progressivo e altamente significativo, passando da 113,4±10,73 mg/dL al T0 a 102,8±16,37 mg/dL al T3 (p<0,0001) (Tabella 2 e Figura 1A). Anche il livello di HbA1c, indicatore del controllo glicemico a lungo termine, è diminuito significativamente già al T1 (p=0,0003) e ulteriormente al T3 (p=0,0011) (Tabella 2 e Figura 1B). Parallelamente, i livelli di colesterolo totale e di C-LDL hanno mostrato riduzioni significative al T2 (p=0,0052 e p=0,0013, rispettivamente) (Tabella 2 e Figura 2A-2B). Al contrario, non è stata rilevata una variazione significativa dei livelli di trigliceridi e uricemia nel tempo (Tabella 2). Infine, si è osservata una riduzione significativa dei livelli di PCR, marker di infiammazione sistemica al T2 (p=0,0293) (Tabella 2).
Discussione e conclusione
I risultati dello studio clinico presentato confermano l’effetto del nutraceutico Glicoset® nel migliorare il profilo metabolico e infiammatorio di soggetti con disglicemia. Sebbene i parametri antropometrici, quali peso corporeo e BMI, non abbiano mostrato variazioni significative, l’intervento nutraceutico ha determinato cambiamenti rilevanti nei parametri glicemici, lipidici e infiammatori.
La riduzione significativa della glicemia a digiuno già al primo mese di trattamento e il progressivo miglioramento osservato fino al sesto mese sottolineano un effetto positivo sull’omeostasi glicemica. Parallelamente, la riduzione dei livelli di HbA1c, significativa sia a breve termine che a medio-lungo termine conferma un miglioramento del controllo glicemico nel tempo. Questi risultati evidenziano un impatto positivo della supplementazione sul metabolismo glucidico, che potrebbe contribuire a prevenire la progressione verso il diabete mellito di tipo 2. Dati in letteratura sostengono tali evidenze. Infatti, è stato dimostrato come l’estratto di foglie di Ilex paraguariensis,con il 2% di 1-deossinojirimcina (DNJ), supporti il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2 trattati con farmaci ipoglicemizzanti (12). Inoltre, è stata riportata la significativa riduzione del livello di glicemia a digiuno in pazienti con diabete di tipo 2, e del livello di HbA1c in individui prediabetici (13). Anche la somministrazione di foglie di Morus alba, contenente DNJ, fenoli, e flavonoidi, si è dimostrata in grado di ridurre significativamente sia il livello di glucosio a digiuno che postprandiale in soggetti affetti da diabete di tipo 2 (14). In aggiunta, il trattamento con Morus alba è stata in grado di provocare la significativa riduzione del livello di glucosio a digiuno e di HbA1c in pazienti obesi in stato prediabetico (15).
I benefici osservati nel profilo lipidico, in particolare la riduzione del colesterolo totale e del C-LDL a T1 rappresentano un effetto rilevante, suggerendo un impatto positivo sulla salute cardiovascolare, in quanto il miglioramento di questi parametri è associato a una riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. La mancata variazione significativa dei trigliceridi potrebbe riflettere una minor sensibilità di questo parametro all’intervento nutraceutico specifico. Il cromo picolinato, presente nella formulazione di Glicoset®, aumenta la traslocazione insulino-dipendente dei trasportatori dal citoplasma alla membrana cellulare e, di conseguenza, l’avvio del trasporto attivo di glucosio nelle cellule, promuovendo la tolleranza al glucosio e diminuendo il livello di colesterolo totale (16). Infatti, è stato dimostrato il suo effetto nel ridurre in maniera significativa sia i livelli di colesterolo totale, trigliceridi, e C-LDL in pazienti con diabete di tipo 2, che i livelli di HbA1c e glucosio (11).
La significativa riduzione dei livelli di PCR a T1 è indicativa di un effetto benefico dell’intervento sulla modulazione dell’infiammazione, suggerendo un effetto benefico di Glicoset® sulla modulazione dell’infiammazione sistemica, contribuendo potenzialmente alla prevenzione di complicanze cardiovascolari e metaboliche associate alla disglicemia (17-20).
Inoltre, l’assenza di effetti significativi sul peso corporeo e sul BMI potrebbe riflettere la specificità del trattamento, che sembra agire prevalentemente attraverso il miglioramento del metabolismo glucidico e lipidico piuttosto che sul bilancio energetico complessivo.
I risultati di questa valutazione sono supportati da ulteriori studi che hanno evidenziato l’efficacia di Glicoset® nel migliorare il controllo glicemico e lipidico nei pazienti con disglicemia. In uno studio randomizzato su 148 pazienti (non in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti) hanno dimostrato come la supplementazione di tre mesi con Glicoset® riduca significativamente glicemia a digiuno, glicemia postprandiale e HbA1c, riportando ad uno stato euglicemico nel 25% dei partecipanti. Successivamente, uno studio di follow-up di 12 mesi effettuato su 186 pazienti che ha confrontato un gruppo trattato con dieta + Glicoset® (1.000 mg/die) e un gruppo di controllo, ha confermato significativi benefici su glicemia, HbA1c, Homa-IR, colesterolo totale, C-LDL e trigliceridi (11,21).
In conclusione, lo studio mostra che Glicoset® rappresenta una strategia efficace e ben tollerata per migliorare il controllo glicemico e lipidico in soggetti con disglicemia, offrendo un approccio alternativo o complementare alle modifiche dello stile di vita per la prevenzione del diabete mellito di tipo 2 e delle complicanze cardiovascolari. Ulteriori studi, saranno utili per confermare questi risultati e per approfondire il meccanismo d’azione del nutraceutico, valutando anche gli effetti a lungo termine su una popolazione più ampia e diversificata.
Bibliografia
- Cai X, Zhang Y, Li M, Wu JH, Mai L, Li J, et al. Association between prediabetes and risk of all cause mortality and cardiovascular disease: updated meta-analysis. BMJ. 2020 Jul 15;370:m2297.
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Introduzione
Il prediabete è una condizione caratterizzata da iperglicemia non diagnostica per diabete, definita come disglicemia, associata ad un rischio > 70% di sviluppare diabete mellito di tipo 2 e malattie cardiovascolari (1,2). Si tratta di uno stato che coinvolge un’alterazione progressiva e persistente del metabolismo del glucosio, che determina un aumento della produzione epatica di glucosio a digiuno (IFG), la riduzione dell’utilizzo del glucosio da parte del tessuto muscolare (IGT) e la resistenza all’azione anti-lipolitica dell’insulina negli adipociti, con un maggior rilascio di acidi grassi nel sangue da parte del tessuto adiposo (3). La risposta compensatoria delle b-cellule pancreatiche inizialmente riesce a bilanciare questa condizione, ma col tempo diventa inefficace, portando a un insufficiente rilascio di insulina. Si osservano, di conseguenza, alterazioni della glicemia postprandiale, ma con il peggiorare della funzione delle b-cellule, anche il livello della glicemia a digiuno aumenta, esacerbando i rischi di complicanze micro- e macro-vascolari come retinopatia, neuropatia, nefropatia, ictus e infarto (4).
La diagnosi di prediabete si basa su criteri specifici, tra cui glicemia a digiuno (IFG) tra 100 e 125 mg/dl, ridotta tolleranza al glucosio (IGT) definita come glicemia a due ore dal test di tolleranza al glucosio orale (OGTT) tra 140 e 199 mg/dl o valori di emoglobina glicata (HbA1c) tra 39 e 47 mmol/mol. Inoltre, l’American Diabetes Association (ADA) suggerisce di effettuare controlli di routine per disglicemia a tutti i soggetti con più di 35 anni, anche in assenza di altri fattori predisponenti, poiché l’età è un importante fattore di rischio ed una diagnosi precoce permette di avviare interventi preventivi, riducendo il rischio di complicanze a lungo termine (5).
I dati epidemiologici evidenziano che il prediabete è una condizione estremamente diffusa. Negli Stati Uniti, interessa circa il 38% degli adulti (6), mentre in Europa coinvolge oltre 61 milioni di individui (7). In Italia, si stima che 2,6 milioni di persone, pari al 4,3% della popolazione, convivano con questa condizione, mentre un ulteriore 1,6% potrebbe avere diabete non ancora diagnosticato (8).
Le strategie di gestione del prediabete si concentrano principalmente su modifiche dello stile di vita. Queste includono un’alimentazione bilanciata, basata su cibi ricchi di fibre e poveri di grassi saturi e zuccheri, insieme a una regolare attività fisica di almeno 30 minuti al giorno (9). In aggiunta, si può ricorrere a integratori nutraceutici, che rappresentano un’opzione complementare alle modifiche dello stile di vita. Un esempio promettente è rappresentato da composti a base di Ilex paraguariensis (10), Morus alba(11) e cromo picolinato (12) (Glicoset®), che agiscono positivamente grazie alle loro proprietà antiossidanti e regolatorie sul metabolismo dei lipidi. Uno degli aspetti più critici nella gestione del prediabete è la difficoltà di valutare l’efficacia delle terapie, poiché questa condizione è spesso asintomatica. È quindi importante adottare indicatori di prevenzione, come il miglioramento del profilo lipidico.
In questo contesto, l’obiettivo del presente studio clinico non controllato non randomizzato è stato valutare l’effetto del nutraceutico Glicoset® nel migliorare lo stato glicemico e il profilo lipidico nei soggetti con IFG (glicemia a digiuno compromessa) o IGT (ridotta tolleranza al glucosio), a uno, tre e sei mesi di supplementazione. Lo studio mira a esaminare i benefici derivanti dall’intervento nutraceutico sul profilo cardiometabolico di questi pazienti, con particolare attenzione agli effetti sulla regolazione della glicemia e dei lipidi.
Metodi
Al fine di valutare l’effetto di Glicoset® nel controllo della glicemia e del metabolismo dei lipidi sono stati arruolati 85 pazienti di ambo i sessi, con età ≥ 35 anni, con glicemia a digiuno alterata compresa tra 100 e 125 mg/dL, con IFG diagnosticata tramite prelievo per glicemia a digiuno o con rilevazione con stick glicemico.
Ai soggetti idonei, identificati sulla base del loro profilo clinico, è stato prescritto il prodotto nutraceutico Glicoset®. Obiettivo primario dello studio è stato valutare l’effetto sulla regolazione della glicemia, valutando il livello della glicemia a digiuno (mg/dL) e della HbA1c (%) al T1 (1 mese), T2 (3 mesi) e al T3 (6 mesi), e i livelli di uricemia (mg/dL) e PCR (mg/dL) al T2 (3 mesi). In aggiunta, è stato analizzato il miglioramento del profilo lipidico valutando il livello di colesterolo totale (mg/dL), C-LDL (mg/dL), e trigliceridi (mg/dL) fino a 3 mesi (T2).
L’analisi statistica dei risultati è stata condotta utilizzando un t-test a due code con il software GraphPad Prism 6.0e.
Risultati
In Tabella 1 sono descritte le caratteristiche demografiche e cliniche di base della popolazione. Gli individui arruolati nella valutazione presentano un’età media di 59,47±11,26 anni. La distribuzione di genere risulta equamente rappresentata, con il 48,2% degli individui di sesso maschile (41/85) e il 51,8% di sesso femminile (44/85). Il 29,4% dei partecipanti (25/85) ha dichiarato di essere fumatore, mentre il 70,6% (60/85) ha riportato di non fumare. Inoltre, è stata rilevata una significativa presenza di familiarità di primo grado per alcune patologie croniche. Nello specifico, la percentuale di partecipanti con una familiarità di primo grado per ipertensione arteriosa è rilevante, pari al 71,8% (61/85). In aggiunta, il 51,8% (44/85) ha riferito una familiarità per il diabete, mentre il 38,8% dei soggetti (33/85) ha dichiarato una familiarità di primo grado sindrome metabolica o iperuricemia (Tabella 1).
Nel corso della valutazione, sono stati osservati cambiamenti significativi in diversi parametri metabolici e infiammatori, mentre i valori antropometrici si sono mantenuti stabili. Il peso corporeo e l’indice di massa corporea (BMI) non hanno mostrato variazioni significative dopo 1 mese (T1), 3 mesi (T2) e 6 mesi (T3) dall’inizio della supplementazione con Glicoset® (Tabella 2). Tuttavia, la rilevazione della glicemia a digiuno ha evidenziato un calo progressivo e altamente significativo, passando da 113,4±10,73 mg/dL al T0 a 102,8±16,37 mg/dL al T3 (p<0,0001) (Tabella 2 e Figura 1A). Anche il livello di HbA1c, indicatore del controllo glicemico a lungo termine, è diminuito significativamente già al T1 (p=0,0003) e ulteriormente al T3 (p=0,0011) (Tabella 2 e Figura 1B). Parallelamente, i livelli di colesterolo totale e di C-LDL hanno mostrato riduzioni significative al T2 (p=0,0052 e p=0,0013, rispettivamente) (Tabella 2 e Figura 2A-2B). Al contrario, non è stata rilevata una variazione significativa dei livelli di trigliceridi e uricemia nel tempo (Tabella 2). Infine, si è osservata una riduzione significativa dei livelli di PCR, marker di infiammazione sistemica al T2 (p=0,0293) (Tabella 2).
Discussione e conclusione
I risultati dello studio clinico presentato confermano l’effetto del nutraceutico Glicoset® nel migliorare il profilo metabolico e infiammatorio di soggetti con disglicemia. Sebbene i parametri antropometrici, quali peso corporeo e BMI, non abbiano mostrato variazioni significative, l’intervento nutraceutico ha determinato cambiamenti rilevanti nei parametri glicemici, lipidici e infiammatori.
La riduzione significativa della glicemia a digiuno già al primo mese di trattamento e il progressivo miglioramento osservato fino al sesto mese sottolineano un effetto positivo sull’omeostasi glicemica. Parallelamente, la riduzione dei livelli di HbA1c, significativa sia a breve termine che a medio-lungo termine conferma un miglioramento del controllo glicemico nel tempo. Questi risultati evidenziano un impatto positivo della supplementazione sul metabolismo glucidico, che potrebbe contribuire a prevenire la progressione verso il diabete mellito di tipo 2. Dati in letteratura sostengono tali evidenze. Infatti, è stato dimostrato come l’estratto di foglie di Ilex paraguariensis,con il 2% di 1-deossinojirimcina (DNJ), supporti il controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2 trattati con farmaci ipoglicemizzanti (12). Inoltre, è stata riportata la significativa riduzione del livello di glicemia a digiuno in pazienti con diabete di tipo 2, e del livello di HbA1c in individui prediabetici (13). Anche la somministrazione di foglie di Morus alba, contenente DNJ, fenoli, e flavonoidi, si è dimostrata in grado di ridurre significativamente sia il livello di glucosio a digiuno che postprandiale in soggetti affetti da diabete di tipo 2 (14). In aggiunta, il trattamento con Morus alba è stata in grado di provocare la significativa riduzione del livello di glucosio a digiuno e di HbA1c in pazienti obesi in stato prediabetico (15).
I benefici osservati nel profilo lipidico, in particolare la riduzione del colesterolo totale e del C-LDL a T1 rappresentano un effetto rilevante, suggerendo un impatto positivo sulla salute cardiovascolare, in quanto il miglioramento di questi parametri è associato a una riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. La mancata variazione significativa dei trigliceridi potrebbe riflettere una minor sensibilità di questo parametro all’intervento nutraceutico specifico. Il cromo picolinato, presente nella formulazione di Glicoset®, aumenta la traslocazione insulino-dipendente dei trasportatori dal citoplasma alla membrana cellulare e, di conseguenza, l’avvio del trasporto attivo di glucosio nelle cellule, promuovendo la tolleranza al glucosio e diminuendo il livello di colesterolo totale (16). Infatti, è stato dimostrato il suo effetto nel ridurre in maniera significativa sia i livelli di colesterolo totale, trigliceridi, e C-LDL in pazienti con diabete di tipo 2, che i livelli di HbA1c e glucosio (11).
La significativa riduzione dei livelli di PCR a T1 è indicativa di un effetto benefico dell’intervento sulla modulazione dell’infiammazione, suggerendo un effetto benefico di Glicoset® sulla modulazione dell’infiammazione sistemica, contribuendo potenzialmente alla prevenzione di complicanze cardiovascolari e metaboliche associate alla disglicemia (17-20).
Inoltre, l’assenza di effetti significativi sul peso corporeo e sul BMI potrebbe riflettere la specificità del trattamento, che sembra agire prevalentemente attraverso il miglioramento del metabolismo glucidico e lipidico piuttosto che sul bilancio energetico complessivo.
I risultati di questa valutazione sono supportati da ulteriori studi che hanno evidenziato l’efficacia di Glicoset® nel migliorare il controllo glicemico e lipidico nei pazienti con disglicemia. In uno studio randomizzato su 148 pazienti (non in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti) hanno dimostrato come la supplementazione di tre mesi con Glicoset® riduca significativamente glicemia a digiuno, glicemia postprandiale e HbA1c, riportando ad uno stato euglicemico nel 25% dei partecipanti. Successivamente, uno studio di follow-up di 12 mesi effettuato su 186 pazienti che ha confrontato un gruppo trattato con dieta + Glicoset® (1.000 mg/die) e un gruppo di controllo, ha confermato significativi benefici su glicemia, HbA1c, Homa-IR, colesterolo totale, C-LDL e trigliceridi (11,21).
In conclusione, lo studio mostra che Glicoset® rappresenta una strategia efficace e ben tollerata per migliorare il controllo glicemico e lipidico in soggetti con disglicemia, offrendo un approccio alternativo o complementare alle modifiche dello stile di vita per la prevenzione del diabete mellito di tipo 2 e delle complicanze cardiovascolari. Ulteriori studi, saranno utili per confermare questi risultati e per approfondire il meccanismo d’azione del nutraceutico, valutando anche gli effetti a lungo termine su una popolazione più ampia e diversificata.
Bibliografia
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